La questione
In materia di reati tributari, è noto che i beni costituenti il profitto del reato sono soggetti a confisca, diretta (nei confronti della persona giuridica) o per equivalente (nei confronti del legale rappresentante).
A seguito dell'entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 158/2015, che ha escluso la confisca in presenza di un impegno del contribuente al versamento del dovuto mediante un preventivo accordo con il Fisco, sono sorte delle perplessità circa le conseguenze sul sequestro preventivo finalizzato alla confisca, in caso di richiesta di rateizzazione del debito tributario.
In particolare, ci si è chiesti se la norma citata precluda il sequestro preventivo finalizzato alla confisca solamente in relazione alle somme già versate o piuttosto in relazione all’intero importo oggetto dell'accordo con il Fisco, anche se non ancora versato.
Analizziamo innanzitutto il quadro normativo.
Le norme
Il Decreto Legislativo n. 158/2015 ha introdotto una disciplina specifica per la confisca in materia di reati tributari.
La principale novità è che, dal 22 ottobre 2015 (data di entrata in vigore della legge), non può essere disposta la confisca sui beni del contribuente in caso di accordo con il Fisco contenente l'impegno del contribuente a versare le somme dovute.
L'articolo 12-bis , del Decreto Legislativo n. 74/2000, introdotto dalla riforma del 2015, prevede che in caso di condanna o di applicazione della pena per uno dei delitti previsti dal Decreto Legislativo n. 74/2000 "è sempre ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto o il prezzo, salvo che appartengano a persona estranea al reato, ovvero quando essa non è possibile, la confisca di beni, di cui il reo ha la disponibilità, per un valore corrispondente a tale prezzo o profitto”.
Lo stesso articolo 12-bis, al comma 2, prevede che "la confisca non opera per la parte che il contribuente si impegna a versare all'erario anche in presenza di sequestro. Nel caso di mancato versamento la confisca è sempre disposta”
Alla luce della norma citata, quindi, per evitare la confisca, è sufficiente l'assunzione di un impegno attraverso le modalità previste dalle disposizioni tributarie vigenti, quali ad esempio: accertamento con adesione, conciliazione giudiziale, transazione fiscale, piani di rateizzazione, definizione agevolata, etc.
In questo contesto, è sorta la questione se il sequestro preventivo finalizzato alla confisca debba essere escluso totalmente, come per la confisca, o solo per le quote già versate.
L'orientamento della Cassazione
Secondo la Cassazione, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca è possibile in relazione agli importi non ancora corrisposti e a questo non osta l'articolo 12-bis citato (Cassazione, sentenza del 7 febbraio 2018, n.5781; Cassazione, sentenza n. 5728/2016).
La funzione del vincolo cautelare, infatti, è quella di garantire che la confisca, inefficace finchè il contribuente ottemperi all'impegno assunto, esplichi tuttavia i propri effetti qualora il versamento non si verifichi.
Il Giudice, pertanto, è tenuto a ridurre gli importi oggetto di sequestro, scomputando solamente le rate già pagate regolarmente.