In tal senso si è espressa la Cassazione, con sentenza 7 settembre 2004, n. 17988, secondo cui il rifiuto opposto dal coerede detentore di consentire agli altri coeredi il potere di fatto esercitato dal proprio dante causa costituisce spoglio in quanto realizza le condizioni per mutare l'originario compossesso in possesso esclusivo.
La detenzione di un coerede non può privare gli altri coeredi non detentori del compossesso dei beni ereditati perché costoro succedono nella stessa situazione possessoria che faceva capo al de cuius senza necessità di alcun atto di materiale apprensione. Quindi integra, gli estremi dello spoglio, tutelabile con l'apposita azione di reintegrazione, l'atto a mezzo del quale il coerede detentore mira, anche senza violenza materiale a modificare arbitrariamente a proprio vantaggio e in danno degli altri coeredi non detentori la relazione di fatto col bene.